Le Pubbliche Assistenze, ispirate fin dai loro albori a valori morali e a ideali di uguaglianza senza distinzione sociale, di sesso e di religione, hanno saputo storicamente rappresentare il tentativo di costruire un modello di società alternativa interpretando i sogni e le aspettative di cambiamenti radicali, operando “per strappare alla sfinge dell’ignoranza, della superstizione e della miseria, uno a uno tutti i pregiudizi che migliaia di anni di tirannide teocratica e politica hanno inoculato nei popoli (…).”
Con queste ultime parole si esprimeva l’avv. Giacomo Mellini al Congresso regionale di Livorno del 1903 proseguendo con la dichiarazione di uno dei principi cardini diffusamente accolto e presente nei singoli statuti delle varie società di assistenza: il principio di uguaglianza. Nel 1901, in occasione del congresso nazionale delle pubbliche assistenze svoltosi a Napoli, fu approvata la proposta di istituire all’interno di ciascuna società delle sezioni femminili al fine di prestare assistenza a donne e bambini favorendo peraltro la diffusione di conoscenze igienico – sanitarie fra la popolazione.

La prima testimonianza di una presenza femminile attiva nell’ambito della Croce Verde di Viareggio, ci viene offerta dalla relazione redatta dal consiglio direttivo nel giugno del 1924 e inviata alla Federazione nazionale. Nell’elencare infatti le iniziative promosse dagli amministratori negli ultimi anni, troviamo un preciso riferimento al “Comitato femminile” definito “forza collaboratrice della Direzione, vera pattuglia di avanguardia composta di Signore e Signorine, nostre socie”. La relazione prosegue nell’illustrare l’attività di tale comitato e ci sembra pertanto interessante riproporne alcuni stralci: “Il Comitato femminile, sotto la illuminata guida della distinta Signora Dami, contribuì alla preparazione di lotterie e di spettacoli (proficui canali di autofinanziamento, N. D. R. ), ed alla raccolta di fondi con tutti i mezzi di cui poteva disporre. Ma le ottime qualità e la solida, fattiva organizzazione del nostro nucleo femminile, si rivelarono appieno, e s’imposero alla cittadinanza intera ed alla colonia dei bagnanti, nel settembre u. s., mercé la bella e artistica mostra di lavori femminili di cui i giornali parlarono con sincero ed unanime entusiasmo”.

Disciolta la P. A., tra le prime iniziative predisposte in fase ricostituiva nell’ottobre del 1944 troviamo notizia del Comitato Femminile costituito “allo scopo di raccogliere fondi pro-Croce Verde”. Nella prima seduta di consiglio direttivo tenuta il 19 Giugno 1945 si incaricano le consigliere Giannessi Nerina e Martini Annamaria affinché provvedano alla costituzione e all’organizzazione del Comitato.
Nell’ adunanza di consiglio direttivo del 5 Luglio 1945 il Comitato Femminile pro Croce Verde viene nominato nelle persone delle seguenti socie: Timpano Luciana, Bernardini Edera, Tintori Florini Elisa, Bertini Didala, Della Latta Assuntina, Giannessi Nerina, Martini Annamaria, Giannessi Mila, Guidotti Rosina, Pelliccia Valchiria, Filiè Neva.

Dal materiale conservato in archivio e datato all’anno 1949 veniamo più approfonditamente a conoscenza della struttura interna di tale comitato; in particolare dal verbale relativo alle sue elezioni del 28 ottobre 1949 la composizione risulta la seguente:

Breschi Tedeschi Wanda – presidente
Tintori Elisa – vice presidente
Giannessi Nerina – segretaria
Ferrini Rosa – consigliera (organizzazione)
Cinquini Linda e Lenci Elvira – consigliere (sanità e igiene)
Bertini Didala – consigliera (beneficenza)
Pandolfini Lisandra – consigliera (economa)
Scotti Adriana – (cassiera)

Ancora, da un verbale di riunione del Comitato redatto in data I Novembre 1949 e inviato al presidente e al consiglio direttivo veniamo a conoscenza del programma “d’azione” per quell’anno. Il piano di lavoro prevedeva in particolare tra le varie attività “la prestazione volontaria di Pronto Soccorso”, iniziativa alla quale si propone d’invitare le iscritte e non iscritte alla P. A. che abbiano cognizioni pratiche, per dare opera gratuita presso l’ambulatorio dell’Istituzione (…); e conversazioni di nozioni pratiche di Pronto Soccorso” e di quanto concerne il campo medico – sanitario iniziando con le socie ostetriche, diplomate infermiere, che si sentono in grado di illustrarle, per proseguire in un secondo tempo, con i medici cittadini, che verranno invitati (…).

Nel verbale di riunione del comitato redatto il I febbraio 1950 tra le varie attività elencate troviamo l’assistenza alle donne gestanti attraverso incontri settimanali tenuti dalle socie Cinquini e Tamagnini, ostetriche; la vendita di Burlamacchi pro istituzioni benefiche; l’organizzazione del veglione dei piccoli e un interessante riferimento all’Associazione dei Volontari di sangue: “il numero dei volontari è fino ad oggi di 36 (…)” che ci testimonia la spinta propulsiva data indistintamente da uomini e donne alla nascita del Gruppo Donatori di Sangue.
Il Comitato femminile così come altri gruppi interni, si amministrava autonomamente, rappresentato in consiglio direttivo da un consigliere appositamente delegato.
Dalle poche testimonianze conservatesi in archivio e da altre raccolte dalla cronaca locale di periodici d’epoca, si ricava l’impressione di una presenza femminile particolarmente attiva e operosa; sorprende quindi che tale operosità non sia riuscita a sconfiggere pienamente i preconcetti sulla candidatura e nomina di socie nell’ambito della dirigenza della società prima e dell’associazione poi.

Dopo l’esperienza del biennio 1945 – 1947 per il quale si trovano nominate in consiglio le socie Giannessi Nerina (figlia del già presidente Umberto Giannessi) e Martini Annamaria, ancora fino al 1966 permane infatti una situazione di assenza totale di donne dalle cariche amministrative.
Lo spoglio dei verbali di consiglio, successivi al biennio indicato, ci mostra una situazione per cui soci maschi vengono individuati periodicamente come responsabili del comitato femminile. Forse non è un caso se durante il consiglio direttivo del 12 Aprile 1951 si comunicano le dimissioni dal comitato di Wanda Breschi (presidente), Giannessi Nerina (segretaria), Scotti Adriana (cassiera) e Bertini Didala (consigliera) avvenute, si dice, per motivi di lavoro e di altre occupazioni. Il Consiglio si limiterà in quella circostanza ad invitare le interessate a desistere dal loro proposito.
A partire dal 1956, nei registri dei verbali di Consiglio, non si trovano più notizie in merito al comitato nonostante che la partecipazione e la presenza femminile continui ad essere negli anni a seguire particolarmente attiva.

All’ attuale dirigenza della Croce Verde di Viareggio che si sta adoperando affinché si diffonda tra tutti gli associati una migliore e più critica sensibilità nel modo di concepire i rapporti tra uomini e donne, rivolgiamo a riguardo i nostri auguri, credendo fermamente nel contributo attivo e insostituibile che indistintamente soci e socie sapranno dare ancora, come in passato, nell’interesse collettivo dell’associazione.

A cura di Federica Ghiselli
Annotazioni in itinere
Notizie, curiosità, aneddoti e segreti dall’Archivio Storico della Croce Verde di Viareggio

(Riproduzione in fotografia di “croceverdine” in divisa, 1950 e di verbale di riunione del Comitato, redatto in data 1 febbraio 1950)

Fonti bibliografiche e materiale consultato:

Fulvio Conti, I volontari del soccorso, un secolo di storia dell’Associazione nazionale pubbliche assistenze, Marsilio Editori, Venezia, 2004, pp. 33, 35 – 36;

relazione del Consiglio direttivo datata 20 giugno 1924, inviata alla Federazione nazionale (in archivio storico Croce Verde di Viareggio, in fase di inventariazione);

verbale di adunanza del comitato provvisorio per la riattivazione della Società di P. A. e Salvamento Croce Verde, Viareggio 27 ottobre 1944 (ibidem);

registro dei verbali di Consiglio dal 19 giugno 1945 al 23 giugno 1948 (ibidem);

verbali del Comitato femminile “Croce Verde”: elezioni del 28 ottobre 1949, riunione del I Novembre 1949, riunione del I febbraio 1950, (ibidem);

registro dei verbali di Consiglio dal 6 luglio 1948 al 1° dicembre 1952 (ibidem).