La gioia della vittoria e la gioia di fare del bene. E’ stata questa l’atmosfera che si respirava alla Cittadella del Carnevale di Viareggio, all’hangar dei fratelli Cinquini, che hanno festeggiato la vittoria del loro carro di seconda categoria, “Far finta di essere sani”. “La gioia ed il ricordo”, il tema del festeggiamento: Umberto e Stefano Cinquini quest’ anno non hanno voluto dimenticare l’immane tragedia del 29 giugno ed hanno organizzato un’asta, battuta da Stefano Pasquinucci, il cui ricavato sarà devoluto alla Croce Verde e alle famiglie delle vittime.
Con i propri cimeli i due fratelli hanno raccolto 1030 euro. Un affare il modellino scultoreo del carro “La pace” realizzato insieme a Dario Fo ed acquistato per soli 130 euro. Mentre l modellino della testa di Silvio Belusconi è in qualche modo rimasto “a casa”, il capogruppo consiliare del PdL Alessandro Santini se lo è infatti aggiudicato per 100 euro. Ma anche chi non ha partecipato all’asta, e sono state tante le persone che hanno voluto stringersi attorno ai due fratelli vincitori per ricordare anche chi da quella maledetta notte non c’è più, ha manifestato la propria generosità inserendo le proprie offerte nella bocca di un pesce di cartapesta.

La gioia e il dolore sono due sentimenti che non possono prescindere l’uno dall’altro: per non dimenticare i dolori della vita, pur nella loro allegria del carnevale, Umberto e Stefano Cinquini hanno voluto, con questa iniziativa, rendersi utili per regalare un attimo di gioia, che se pur piccola è sempre preziosa, a chi nell’immane tragedia di via Ponchielli, ha perso affetti e cose. Una goccia in mezzo al mare, che certo non risolverà i problemi di chi non ha più niente, e ancora aspetta di sapere chi sono i responsabili della strage che è costata 32 vite, ma a Umberto e Stefano Cinquini – e non si stancano di ripeterlo all’infinito – piace ricordare una frase che proprio l’amico Dario Fo’ disse loro durante la costruzione del carro La Pace: “se con il nostro grido avessimo salvato anche una sola vita…potremmo dire di aver salvato il mondo intero”.

Letizia Tassinari