Il polmone d’acciaio, ideato e costruito dai militi della pubblica assistenza Croce Bianca di Savona verso la metà degli anni Cinquanta, rappresentò un’innovazione nei servizi di pronto soccorso grazie all’ampia gamma di possibili applicazioni che poteva garantire tra le quali ricordiamo i casi d’asfissia, d’annegamento e i traumi cranici che paralizzano la respirazione. In grado di funzionare in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento, comportava peraltro una manutenzione limitatissima offrendo risultati brillanti nell’impiego d’urgenza sul posto dell’incidente.

Il 5 aprile 1957 il Consiglio Direttivo della Croce Verde di Viareggio deliberava a favore del suo acquisto previo parere medico. Il Prof. Dott. Goffredo Scotti, primario medico dell’Ospedale civile di Viareggio, rispondendo al presidente Gino Del Beccaro, sottolineava l’utilità che avrebbe avuto la presenza di un ulteriore servizio con il polmone d’acciaio a completamento dei due già esistenti quali il polmone fisso dell’Ospedale e quello autotrasportato della Misericordia, considerando l’estensione delle spiagge; inoltre il funzionamento dell’apparecchiatura, specialmente di quella automatica rispetto a quella manuale, si presentava relativamente semplice sì da non necessitare la presenza di un medico che si rivelava però necessaria per la sorveglianza del paziente e per l’eventuale somministrazione di terapie. Il Dott. Scotti proseguiva rispondendo in positivo all’ulteriore quesito se cioè, allo scopo, anche il polmone messo a punto dalla pubblica assistenza di Savona avrebbe potuto essere consigliabile.

Date le divergenze manifestatesi nella successiva seduta consiliare del 1 maggio si decideva, dopo una messa ai voti, di “rimandare l’acquisto a tempi migliori per le finanze”. Il timore però di essere esclusi dal servizio estivo del pronto soccorso sulla spiaggia di Levante con “una relativa menomazione morale e funzionale dell’istituzione” porterà i consiglieri a votare definitivamente per l’acquisto dell’apparecchiatura nella seduta del 31 maggio 1958 scegliendo tra le varie proposte quella della ditta R. C. E. di Firenze. Il primo polmone d’acciaio di tipo manuale che prevedeva di posizionare il paziente disteso, verrà montato su una Fiat 1100 detta “la Tremenda” ed entrerà in funzione il 3 agosto dello stesso anno.

Il materiale inerente l’attuazione del servizio litoraneo con il polmone d’acciaio, conservata presso l’archivio storico della Croce Verde, si rileva particolarmente interessante per comprendere le divergenze sorte sin dagli inizi con la locale Misericordia e i diversi punti di vista delle due istituzioni. La Misericordia in particolare vantando una maggiore disponibilità di mezzi, riteneva opportuno che le venisse affidato tutto il servizio lungo il litorale versiliese aggiungendo inoltre che la qualità di ente pubblico di cui disponeva offriva una migliore garanzia di assunzione di responsabilità, con la possibilità di dar conto non solo dei contributi privati ma soprattutto dei contributi ricevuti da pubbliche amministrazioni. Il Consiglio Direttivo della Pubblica Assistenza di contro, per niente disposto a rinunciare al servizio vissuto come una sorta di continuità rispetto al servizio di salvataggio in mare svolto fin dai suoi albori, scriverà al prefetto denunciando il mancato accoglimento da parte della Misericordia della proposta di unire le due istituzioni nella raccolta dei fondi necessari all’attuazione sul litorale versiliese di “un completo servizio di pronto soccorso agli asfittici” e deciderà di sottoporre il problema anche in sede di Federazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze. Si ravvisava infatti, nella posizione assunta dalla Misericordia, un venir meno all’accordo siglato il 18 gennaio 1954 dai vertici nazionali delle due istituzioni e della Croce Rossa Italiana in merito ai servizi di pronto soccorso da effettuarsi con i propri mezzi, nel rispetto delle diverse tradizioni.
Costellato di momenti di tensioni alternati a “pacificazioni” nell’interesse della collettività, il servizio di pronto soccorso, effettuato dalle due istituzioni, sarà seguito attentamente dalla cronaca locale che a riguardo non mancherà di sollecitare più di una volta un piano di programmazione per gli interventi.

L’8 giugno del 1960 veniva deliberato dal Consiglio Direttivo della Croce Verde l’acquisto di un secondo polmone, più moderno del precedente, successivamente montato su una una Lancia Aurelia B12, detta “la Belva”, inaugurata già dall’estate del 1959 per il potenziamento del servizio di pronto soccorso. La nuova apparecchiatura, la cui novità consisteva nel posizionare il paziente con il dorso supino e le gambe rialzate, veniva destinata alla postazione sorta sin dal 1952 sulla spiaggia di Levante mentre il precedente polmone d’acciaio sarebbe rimasto presso la sede di Via Macchiavelli. Il 10 marzo 1966 si deliberava per l’acquisto di un terzo polmone d’acciaio, questa volta elettrico, dalla S. r. l. Meccano Terapeutica Salvas, in seguito montato su una Fiat sperimentale detta “Balena”.
Nel giugno del 1966 si decide di istallare un radiotelefono sulle ambulanze al fine di coordinare meglio il servizio di pronto soccorso.

Con quest’ultima stagione può considerarsi conclusa l’epoca d’oro dei “polmoni d’acciaio” che l’estate successiva verranno sostituiti con i respiratori “AMBU”. Dall’aspetto simile ad un pallone, del peso di mezzo chilogrammo circa, questi ultimi compressi venivano, tramite una mascherina, applicati alla bocca dell’asfittico in modo che l’aria passasse direttamente nei polmoni fino a riattivare la regolare funzione. Il minor costo, la facile applicazione e la maggiore maneggiabilità rispetto ai polmoni d’acciaio, ben presto li resero supporti indispensabili ai servizi di pronto soccorso. Quello stesso anno dal primo di agosto entrò in vigore l’accordo raggiunto tra la Misericordia e la Croce Verde per coordinare i servizi di pronto soccorso stradale e balneare. Il territorio venne suddiviso in due zone rispettivamente denominate “zona 1” e “zona 2” dove, dalle ore sette di ogni mattina per 24 ore, si alternavano i servizi di pronto soccorso delle due istituzioni. La dotazione inoltre di una speciale linea telefonica SIP e la presenza di un telefono a manovella, chiamato dai militi della Croce Verde “paperino”, consentiva il simultaneo contatto e il tempestivo intervento delle ambulanze di turno nelle zone operative individuate.
Tramontavano così i tempi delle storiche “volate”, delle affannose corse contro il tempo per prestare i primi soccorsi con il polmone d’acciaio il cui ricordo rimane, ancor oggi, impresso nella memoria della cittadinanza come simbolo dell’innovazione tecnologica che tra il generale e l’iniziale stupore inevitabilmente avanza.

Rubrica storica “Annotazioni in itinere – Notizie, curiosità, aneddoti e segreti dall’Archivio Storico della Croce Verde di Viareggio”
A cura di Federica Ghiselli

Per la gentile consulenza e le preziose testimonianze si ringraziano gli associati Alberto Ratti, GianDomenico Andreucci, Marco Musetti, Consalvo Pomposi.

Fonti consultate presso l’Archivio Storico della Croce Verde di Viareggio (ASCVV), in fase di inventariazione:

– lettera del 25 aprile 1957 del Prof. Dott. Goffredo Scotti;
– registro di verbali di Consiglio dal 5 marzo 1955 al 20 novembre 1958: seduta del 5 aprile e del 1 maggio 1957; seduta del 31 maggio 1958;
– registro di verbali di Consiglio dal 1959 al 1966: seduta consiliare del 15. 03. 1959
seduta del giorno 8 giugno 1960, seduta del 10 marzo 1966;
– Pratica inerente l’attuazione del servizio litoraneo con polmone d’acciaio, 1958 marzo 17 [Viareggio] – aprile 22 [Viareggio], in fasc. “Misericordia – Croce Verde, corrispondenza dal 1945 al 1966”;
– relazione morale per il 1959

Periodici d’epoca:
– Il Volontario del soccorso del 25 Dicembre 1956, p. 7;
– La Nazione, Cronaca di Viareggio, del 2 agosto 1958 Emeroteca, registro Raccolta

Articoli Giornali;
– Il Tirreno, Cronaca di Viareggio, del 2 luglio 1958, ibidem
– La Nazione, Cronaca di Viareggio, del 12 giugno 1960, ibidem
– Il Telegrafo, Cronaca di Viareggio, del 31 maggio 1967;
– La Nazione, Cronaca di Viareggio del 12, 21 e 23 luglio 1967, in Emeroteca articoli vari, fasc. 1967.

Nella fotografia: intervento con il polmone d’acciaio, Viareggio estate 1963